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Apatia (165441)

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on . Postato in Depressione | Letto 787 volte

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Adelaide, 22 ( 165441)

La mia Storia: Salve, soffro da circa 2 mesi e mezzo di questa strana forma di apatia la cui causa mi è ancora del tutto sconosciuta.
Premetto di essere sempre stata una persona molto emotiva, sentimentale e impulsiva, amante della vita ma anche con un carattere abbastanza forte e difficile; fidanzata da 5 anni e innamorata follemente, vivo da 3 anni e mezzo tra il mio paese in puglia e l'università in una città del nord e ogni "giorno della partenza" per me è sempre stato un trauma a causa della lontananza del mio ragazzo e del luogo in cui sono nata.

Però non ho mai smesso di arrendermi e ho sempre affrontato qualsiasi difficoltà e disagio con determinazione e ho sempre risolto tutto.
Sono anche una persona parecchio ansiosa, soprattutto da quando sono andata via di casa, sono arrivata ad avere anche attacchi di panico e il climax l'ho raggiunto quest'estate quando mi sono disperata per un esame prima ancora di sapere il risultato.
Dopo la pausa estiva (che è stato un periodo molto felice della mia vita) ho ripreso a studiare ma da subito ho avvertito mancanza di motivazione, assenza di ansia e preoccupazioni sempre presenti prima di un esame fino a quel momento, assoluta mancanza di concentrazione; nonostante sapessi di non essere preparata sono andata a dare l'esame e il risultato è stato pessimo, tuttavia non ho provato alcun senso di colpa e di fallimento, cose che prima di allora avrei sicuramente provato in una situazione del genere.
Da quel momento la mancanza di concentrazione nello studio si è tramutata in assenza totale di emozioni e sentimenti verso qualsiasi cosa: verso persone e cose che prima mi avevano sempre suscitato forti emozioni, compreso il mio ragazzo.
In più ho perso il mio carattere e la mia forte personalità, sono diventata una spettatrice passiva di ciò che mi capita intorno, le uniche cose che so e che ho voglia di fare sono ridere e piangere, e sono capace di passare da una risata ad un pianto e viceversa come se nulla fosse.
Non so a chi rivolgermi e vi sarei immensamente grata se mi diceste se una cosa del genere è mai capitata a qualcun altro, se passa o dovrò conviverci per il resto della vita, e soprattutto la causa: se è l'eccessiva ansia, o il distacco dal mio ragazzo che essendo ogni volta traumatico mi ha portato a instaurare un meccanismo di difesa di totale apatia, se è solo una sciocchezza che ho ingigantito ma che in realtà si risolverà presto o se è l'incipit di qualcosa di ben più grave come una depressione.
Devo farmi seguire da uno psicologo o aspetto per vedere se la situazione si risolve da sola? Grazie mille!!

 


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Gentile Adelaide,

quello che lei definisce apatia, si avvicina molto ad una lieve depressione. Sicuramente è un fatto transitorio ma occorre affrontare la situazione con gli strumenti giusti: farsi aiutare da un esperto. é possibile, ma ovviamente non ho dati ci conferma, che le difficoltà negli studi siano la spia di un sentimento ambivalente: da un lato voglio finire il più presto possibile il mio corso di studi, ma dall’altro temo il futuro: chissà se e dove troverò un lavoro, chissà se sarò in grado di staccarmi definitivamente dal luogo in cui sono nata.....

Il quadro che descrive è di una persona in gamba, con , come dice lei “un carattere abbastanza forte e difficile”, che finora ha sempre realizzato quanto decideva, a volte, se capisco bene, con molta fatica.

Occorre forse riflettere se quanto ha fatto finora corrisponda effettivamente ai suoi desideri profondi, oppure si collochi in una specie di obbligo imposto o da lei o da altri.

Le suggerirei di rivolgersi ad una/o psicoterapeuta esperto per un primo colloquio ( sceglierei qualcuno che offra il primo colloquio gratuito) in modo da individuare le cause profonde dei disagi che indica.

Per ora oltre a salutarla le faccio i miei migliori auguri,

 

(Risponde la dott. ssa Susanna Bertini)

 

Pubblicato in data 19/12/2014

 


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