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Depressione (1596)

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Chiara, 20 anni

Ho vent'anni, mi sono da poco trasferita lontano da casa per studiare all'università, passando da una piccola isola ad una città. Credevo di poter finalmente trovare la mia indipendenza, la maturità, ma non riesco ad essere felice. Sono sempre stata impeccabile " in ogni cosa: bravissima a scuola, nello sport, nei rapporti di ogni genere. Ora sono crollata in tutto e per tutto. Ho scelto l'università sbagliata, mi ritrovo sola in una casa nuova, a sentirmi in colpa per i soldi che i miei spendono per l'università (mio padre è un agricoltore, non mi fa mancare nulla, ma non siamo certo benestanti). Cerco di studiare, di andare avanti, ma quanto vorrei essere una specie di Peter Pan. Ho paura del giudizio dei miei genitori, che hanno sempre preteso il meglio da me, di creare problemi economici. Ho deciso allora di mollare l'università fino al prossimo settembre, in modo da lavorare fino ad allora, prendere una decisione sugli studi ed intanto non gravare economicamente, ma mi sento una fallita, e vedo la delusione negli occhi di tutti. Ho sempre fatto il massimo per far contenti gli altri, prima di tutto mettevo la felicità degli altri.
Voglio che il mio fidanzato, i miei,gli amici, siano fieri di me. Voglio che il mio fratellino, che è più in gamba di me, ha una marcia in più, abbia tutto quello che si meriti, non voglio essere la causa della sua mancata possibilità di studiare. Mi rendo conto di non essere mai stata capace di impormi sugli altri. Ho sempre fatto quello che volevano gli altri, contraddire qualcuno è sempre stato impossibile. Mi sento così stupida. Non riesco ad immaginare cosa potrò fare della mia vita, perchè ho sempre lasciato che ci pensassero gli altri.
Non voglio deludere chi crede in me e nelle mie capacità. Ho sempre creduto di avere in mano la mia vita, almeno in apparenza, ma è cambiato tutto così velocemente. Vivo da sola in una città (mi fa sentire così sperduta...), ho dovuto abbandonare la carriera pallavolistica per problemi seri alle ginocchia, ho sostenuto delle operazioni ma non sono andate a buon fine, ho sbagliato facoltà, non riesco più a studiare, cosa che ho sempre amato. Ho perso tutto ciò che prima scandiva le mie giornate, gli "appuntamenti fissi".
In più da Ottobre ho una specie di febbre che compare verso le cinque di pomeriggio e arriva a 37 e 6. Non è alta, ma mi crea sempre disturbi: mal di testa, stanchezza perenne. Il dottore dice che si tratta di un esaurimento psicologico. Piango in continuazione. Mi sento un foglio di carta velina. Quasi impalpabile, trasparente.Quanto vorrei che qualcuno capisse davvero come mi sento. Mi rendo conto che ci sono problemi ben più gravi dei miei, mi sento anche un po' stupida a scrivere tutte queste cose. Ma mi sento così male che non ho potuto evitare.Grazie e buon lavoro.

Gentile Chiara, ho leto diverse volte la sua lettera prima di darle una risposta, la sensazione che ne ho ricevuto tutte le volte che l'ho letta è la necesità per lei di uno psazio all'interno del quale andare ad affrontare tutte le ansie connesse a questo particolare momento della vita. Si perchè lei sta attrversando una fase difficile resa tale dalle scelte, dalle decisioni da prendere, dalla novità della crescita che inevitabilmente è associata all'idea della perdita. Probabilmente ciò di cui ha bisogno è uno spazio all'onterno del quale affrontare tutte le difficoltà che stanno ostacolando le sue possibilità di crescita. In molte Università italiane sono previsti spazi di consultazione rivolti a studenti che come lei si trovano a vivere una delicata fase del ciclo della vita, quale appunto la giovane età adulta. Magari può informarsi se presso l'Università dove è iscritta è previsto tale servizio e prendere contatti con gli operatori che ci lavorano.

( risponde la dott.ssa Tiziana Liccardo )

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