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La mia primogenita (146665)

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Francesca 48

Salve gentilissimi. Sono addolorata e sempre più nel constatare che la mia amatissima figlia primogenita vive un latente stato depressivo, che a volte, io leggo come una rabbia inespressa nei suoi magnifici occhi. Oltre ad una sorta di pianto tenuto a bada credo. Lei ha 27 anni, è la prima di tre mie figlie. Si è diplomata a 18 anni, ha la patente, ha ricevuto uno sconfinato amore da me e da mio marito (il quale purtroppo è deceduto sedici anni fà per un male irreversibile). Ora, comprendendo il grande vuoto che il papà le ha lasciato, non capisco cosa altro posso fare per lei, l'ho seguita ed amata, ho cercato di soprassedere sempre ai suoi frequenti malumori anche caratteriali, e quando mi ha annunciato quattro anni fà che sarebbe andata a convivere col suo amore, un suo coetaneo, l'ho appoggiata e sostenuta. La immagino felice e soddisfatta, anche perchè ha realizzato il sogno di possedere quattro gatti che lei ama tanto, ( anche a casa mia ne abbiamo due), lui la ama tanto, ed io non smetto di renderle ogni giorno pregno di un amore materno che non so descrivere tanto, è forte, pur cercando di essere discreta e mai invadente. Ma il costante timore che non trovi lavoro o il fatto che lo trovi ma non è come dice lei, la paura per le eventuali difficoltà economiche e forse qualcos'altro ancora che non so, la rendono a volte insopportabile, silenziosa, fuggevole. Che cosa DEVO, posso fare affinchè il mio lavoro di madre svolto finora inizi a darmi i suoi frutti? Sono davvero addoloratissima al pensiero che mia figlia stia soffrendo ed io non posso fare nulla per lei. Un parere. Grazie infinite.

Cara Francesca, credo che la cosa migliore che lei, come madre, possa fare per sua figlia, sia lasciarle vivere la sua vita. Sua figlia è una donna fatta a 27 anni. Ha un compagno e una vita sua. I suoi tratti caratteriali resteranno tali, ed evidentemente c'è chi la ama così com'è. Se sentisse un forte disagio, penso, sarebbe lei stessa a chiedere una consulenza. Pur comprendendo le sue preoccupazioni di madre, credo dovrebbe farsi da parte e non preoccuparsi tanto. Se sente la necessità di un confronto, non esiti a recarsi da uno psicolgo. Può darsi che ci sia qualcosa che dalla sua lettera non si evince, ma per quanto leggo le consiglio di non preoccuparsi e di non esagerare tensioni e disagi che chiunque ha nella vita. Saluti e auguri,

(Risponde la Dott.ssa Giacomina Rienzo)

Pubblicato in data 13/12/2010
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