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Paura di morire (114492)

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Anastasia 35

Buon giorno a tutti e ringrazio vivamente, per l'esistenza di questo servizio on-line. Stanotte non sono riuscita a chiuder occhio e tuttora non mi sento tranquilla. Ho il mio bimbo più piccolo, di 6 anni, ieri sera si è messo nel lettone con me e si teneva la manina sul cuore. Controllava che il cuore non si fermasse. A un certo punto, era triste, gli ho chiesto: Ma cosa hai tesoro? E lui mi ha risposto: "Mamma, ma il mio cuore si può fermare?" Io, ero spiazzata, gli ho detto di no,e che solo i vecchietti muoiono. Lui ha iniziato a chiedermi chi moriva prima tra noi, i nonni, e poi ha iniziato a piangere. Era davvero sconvolto. Io, capisco quello che ha provato, io ero così, alla sua età e tuttora vivo con l'incubo della morte. Ho avuto anche una forte depressione, con attacchi di panico, 2 anni fa e so che è una vita da vero inferno. Io voglio far qualcosa per lui, voglio sapere come comportarmi, come tranquillizzarlo, non voglio che diventi una persona triste e con la paura della vita. Lui è lì che si tocca il cuoricino e se non lo sente più spalanca gli occhi, come voler dire "o mio Dio si è fermato". Ho provato anche a giocarci, ma è davvero difficile sapere come e cosa fare. Vi ringrazio e attendo la vostra risposta. Anastasia.

Cara Anastasia, anch’io vorrei ringraziarla per avermi regalato l’opportunità di affrontare un tema fin troppo celato ai bambini, ossia la morte.  Per cominciare, vorrei informarla che già a partire da 4 o 5 anni di età, gran parte dei bambini considerano la morte come una fatto definitivo, senza possibilità di ritorno, a differenza dei bambini di 3 anni che, al contrario, sono convinti della sua reversibilità (un po’ come accade nei cartoni animati). A 6 anni, l’idea di morte, come la intendiamo noi adulti, si consolida sempre di più, si arriva a comprendere che si tratta di qualcosa di “inevitabile”, che nessuno può scongiurare, tanto meno i genitori. Anche per quanto riguarda le cause della morte, i bambini di oggi, come quelli di ieri e di altre parti del mondo, hanno le idee piuttosto chiare: riconoscono, infatti, come cause la vecchiaia, la malattia, l’incidente e anche la morte violenta (gratuitamente rappresentata in televisione, purtroppo!). Gli adulti di oggi, invece, a differenza di quelli di ieri, mostrano sempre più spesso un vero e proprio tabù nei confronti della morte, tanto da sembrare “ciechi” o “sordi” di fronte ai bambini: ad esempio, essi non colgono i loro primi stupori di fronte ad un animale morto, né il vero nocciolo di alcune domande relative alla morte di una persona, a un funerale, al cimitero. Non c’è da stupirsi se poi i bambini smettono di fare domande. E’ come se dicessero “Tanto non mi rispondono. Si vede che questa è una cosa di cui non si può parlare”. Mi ha detto che anche lei da bambina aveva l’incubo della morte, tanto che due anni fa ha sofferto di attacchi di panico. In effetti, oltre ai sintomi fisici che caratterizzano gli attacchi di panico vi è anche la paura di morire e di perdere il controllo. Ora teme che suo figlio possa rivivere lo stesso incubo e, quindi, si sente “spiazzata”, non sa come “fare”. La cosa più importante da “fare” è quella di accettare la morte per quello che è, come si accetta il fatto di nascere e vivere, cose egualmente inevitabili. I bambini questo lo capiscono molto presto, e ci fanno sentire a disagio proprio per la schiettezza con cui affrontano l’argomento. Dopo di che, è possibile cominciare a dare un senso alla morte, un significato più profondo, considerarla sotto diverse angolazioni e prospettive: filosofica, religiosa, poetica, mistica, spirituale, ecc. Comunque sia, il nostro modo di porci di fronte alla morte condiziona, in buona parte, il nostro modo di vivere con gli altri e con noi stessi (consideri quello che è accaduto a lei), così, per esempio, le persone terrorizzate dalla morte probabilmente tendono a vivere in modo frenetico, impulsivo, hanno paura dei silenzi, delle pause, della quiete. In merito alla sua questione, le proporrei di verificare cos’è che ha scatenato nel suo bambino questo interesse così intenso per la morte (qualcosa accaduto a scuola, qualche scena vista in televisione, ecc), dopo di che coglierei l’occasione per parlare più apertamente della morte, senza false ipocrisie, magari utilizzando il supporto di racconti, storie o film, adeguati per l’età del bambino, dove viene rappresentata la morte. Se il bambino le fa delle domande specifiche, significa probabilmente che è pronto per avere delle risposte, è pronto per cominciare a crescere. Oltre ad essere rassicurato, sdrammatizzando certe paure, il bambino ha bisogno di risposte chiare, comprensibili per lui, e di un adulto che sappia “sostenere” queste risposte. Se lei riesce ad accettare più o meno serenamente la morte, anche suo figlio si sentirà autorizzato a fare lo stesso. Da parte sua, potrebbe essere un’ottima opportunità per superare definitivamente il suo incubo, e passare da una condizione in cui si sente “spiazzata” ad una in cui si sente finalmente ben “piazzata”, e con i piedi per terra, senza paura di cadere per via dell’ansia. 
La saluto con affetto.

(risponde la Dott.ssa Aurora Capogna)

Pubblicato in data 11/06/08

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