Ansia e paura nella guida [1623266848584]
Clarissa, 22 anni
Salve,
vi scrivo perchè da un paio di mesi sto facendo le guide in autoscuola ma la sto vivendo un po' male, ho fatto ormai più di 30 guide e ho paura di non riuscire ad arrivare all'esame dato che il prossimo mese mi scade il foglio rosa.
Una parte di me è determinata a farcela e cerca sempre di migliorare, ma puntualmente nei punti più trafficati/stretti non avendo riflessi pronti non riesco a calcolare quanto spazio ho e inizio ad agitarmi per l'ansia.
Inoltre, lo stesso problema si presenta durante le rotonde e gli incroci in salita.
Spesso non riesco nemmeno a stare concentrata e sbaglio, o si spegne il motore. L'ansia mi fa sembrare sbadata quando le cose le capisco e se solo non mi sentissi così, la patente l'avrei già presa. Non ho fretta, solo che non capisco perchè devo viverla così male.
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Gentile Clarissa,
si tratta plausibilmente di un'ansia da prestazione che ha dei fattori predisponenti, dei fattori di scompenso e dei fattori di mantenimento.
In via ipotetica, tra i fattori predisponenti considererei:
1) la sua determinazione a farcela e a cercare sempre di migliorare. Questo atteggiamento potrebbe rappresentare sia una predisposizione caratteriale che uno stato contingente attivato dallo scopo, importante per una ragazza della sua età che acquisisce progressivamente autonomia, di ottenere la patente di guida. Una elevata determinazione a raggiungere degli scopi, qualunque essi siano, può sollevare il bisogno di controllare minuziosamente i processi necessari per arrivare allo scopo. Un eccesso di controllo specie sui processi motori che vanno ad automatizzarsi, come le manovre di guida, può rallentare il porcesso stesso e inenscare preoccupazioni, valutazioni negative generalizzate, che, anzichè delimitarsi alla singola operazione di manovra rallentata o errata, finisce per estendersi all'intera prestazione, con conseguente previsione di fallimento degli esiti finali (esame).
2) la valutazione che Lei ha delle personali capacità necessarie alla guida. Lei scrive: "non avendo riflessi pronti non riesco a calcolare quanto spazio ho e inizio ad agitarmi per l'ansia". Sembra cioè che l'ansia nasca da una valutazione precedente di mancanza di riflessi pronti. La domanda è: questa mancanza di riflessi pronti è un dato acquisito da precedenti esperineze e/o accertamenti clinici o è un dato che acquisisce ex novo dalle guide? Nel primo caso l'ansia è una conseguenza dell'assunto e preacqsuisizione che non abbia le risorse (i riflessi) per guidare bene, o che abbia dei deficit per non riuscire a farcela. Le suggerirei in questo caso di passare in rassegna tutte le volte in cui inevce ha avuto i riflessi pronti o per risolvere un problema..per esempio..è mai riuscita a raccogliere tempestivamente un bicchiere che stava cadendo da una mensola? Se la risposta è sì la conclusione allora è che i nostri riflessi possono essere più o meno efficaci a seconda delle circostanze, dello stress che ci portiamo addosso, dell'allenamento che hanno avuto e che una scarsa disponibilità di riflessi non è una condizione assoluta nel tempo e nello spazio, ha modo di ricredersi anche per le guide. Nel secondo caso, quello in cui lei scopra durante le guide di avere pochi riflessi, è l'ansia presumibilmente ad essere causa della mancanza di riflessi. L'ansia in questo secondo caso non riguarda esattamente l'incertezza circa le proprie capacità, ma la 'paura', come scrive sopra, di non riuscire ad arrivare all'esame. La paura a differenza dell'ansia, che attiene all'inceretzza delle informazioni, riguarda più propriamente il senso di minaccia da pericoli percepiti ignoti, oggettivi o soggettivi, esterni o interni. Si povrebbe chiedere in questo caso se ha più paura di non prendere la patente e quale pericolo sarebbe connesso alla sua vita se non fosse autonoma di prendere e guidare una macchina, o se ha più paura di guidare una macchina, se tema cioè di non poter controllare e prevenire tutti i rischi connessi alla sua sopravvivenza una volta presa la patente. In tutte e due i casi, ansia e paura possono inenscare processi di ricerca di perfezionismo nell'idea di avere il massimo controllo e previsione degli eventi. Cosa che potrà immaginare non possiamo ottenere se non per approssimazione. C'è sempre un'incognita in tutto ciò che facciamo e organizziamo o impariamo. Bisogna fidarsi del processo delle risorse che abbiamo e di quelle che possono venirci incontro dall'esterno, comunque ovviamente con responsabilità sulle nostre azioni. ma accettare l'incognita. Anche di un incidente non calcolato. Altrimenti non si guiderà mai.
Tra i fattori di "scompenso" annovereri tutte le circostanze che implicano manovre meno automatiche e di maggire controllo: le rotende, gli icnroci in salita. Sono condizioni attivaanti in cui è necessaria una ricognizione diversa, una cambiamento di prospettiva e attenzione ma che plausibilemnte lei vive con incertezza sulle sue capaictà e conseguente bisogno di certezze assolute sugli esiti. Anche qui suggerirei di fidarsi sia delle sue risorse, dei processi e delle incertezze eventuali. Accettare il percorso, personale interiore, ed esterno oggettivo della strada che si presenta. Ottima metafora anche per la vita. Accogliere l'ignoto e lavorarci al momento concentrandosi sulle richieste del processo invece che sulla meta finale: invece di rallentarla, questo di cambio di prospettiva le favorirà certa fluidità.
Tra i fattori di mantenimento dell'ansia da prestazione annoterei la preoccupazione delle conseguenze dell'ansia stessa sulla propria immagine: "L'ansia mi fa sembrare sbadata quando le cose le capisco e se solo non mi sentissi così, la patente l'avrei già presa". Se l'ansia le fa commettere errori pur potendoli prevenire e capendo ciò che andava fattto o non fatto, può darsi che chi la osserva la consideri sbadata. Il fatto che ci ponga attenzione però lascerebbe supporre che per lei sia più invalidante il giudizio di "sembrare" "sbadata" che non comunque quello di "sembrare" capace di comprendere anche qaundo risulti sbadata.
Si crea un circolo vizioso: penso di non avere i riflessi + eccessivo determinazione --> ricerca di perfezionismo/controllo-> ansia-->perdita di concetrazione/riflessi.
A questo si aggiunge un problema di immagine, quanto sembro sbadata invece che quanto hanno fiducia in ciò che capisco, che riverbera il senso di frustrazione e aggiunge un senso di depressione autocommiserativa..."se non mi sentissi così, la patente l'avrei già presa". magari no, non l'avrebbe già presa lo stesso per cose che non si sono frapposte ma che avrebbero comunque potuto frapporsi, per esempio impegni urgenti e prioritari di studio o lavoro o il bisogno di assistere qualcuno in famiglia in difficoltà ..tutto le avrebbe potuto far fare meno guide e non permetterle di dare l'esame prima.
Abbia presente che si tratta di una patente di guida. Un po' di ansia ci può stare, viversela male non equivale a dire andrà male. Errori ne facciamo tutti. la sicurezza si acquisisce imparando ad aaccettare responsabilità ed incognite.
Buon esame. Auguri per tutto.
Un cordiale saluto
Liuva Capezzani
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