Personalmente sono sempre stato dell'opinione che l'ambito più intrigante della vita professionale dello psicologo fosse l'intera realtà. Andare a migliorare situazioni e dinamiche, usando le conoscenze di oltre un secolo di studi psicologici, è un'azione attiva per il benessere sociale. In questo quadro vi racconto, come testimonianza, la mia esperienza in una scuola elementare.
I blog di Psiconline
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Il blog si propone di offrire a professionisti della psicologia e appassionati di tutte le modalità di fruizione dell'audiovisivo, della informazione e del giornalismo, una serie di riferimenti destinati a soddisfare curiosità o accendere interesse.
Qualche tempo fa, in uno dei gruppi di psicologia su Facebook, si discuteva sul fatto che la presenza degli psicologi/psicoterapeuti (abbr. psy) sul web pendesse dal lato del marketing. Sui social vengono riversate tonnellate di "saggezza psicologica", offerte di corsi/training, incontri civetta, proteste contro chi ci "ruba" il lavoro. Data la mia storia personale (psicologo clinico di laurea ma lavoro su territori "altri", come audiovisivi e informazione), osservo sempre questi fenomeni che delineano la nostra immagine. Soprattutto sui social.
Sto esagerando? Si, ma appena un po'.
Il programma televisivo ideato da Maria De Filippi nel lontano 1996 come spin off di un altro programma (Amici), è stato accusato di essere tra i campioni del trash tv italiano al punto da far affermare che "il trash in TV non è più un guilty pleasure da guardare di nascosto, telecomando alla mano e orecchio teso verso la porta, ma un piacere manifestato e soprattutto condiviso".
Sostanzialmente la meccanica del programma è quella di suscitare nel pubblico delle identificazioni con i vari personaggi (non persone) così da sentirsi legati al programma ed avere voglia di continuare a vederlo.
Da pochi minuti si è chiusa, nel duomo di Trento, la cerimonia dei funerali di Antonio Megalizzi, il giovane rimasto vittima dell'attentatore di Strasburgo. Scrivere a caldo non consente sempre una puntuale analisi degli avvenimenti, ma qualche impressione la possiamo già registrare. Perché, a sei giorni dalla sua morte ed a nove dall'attentato, abbiamo potuto assistere alla consueta foga mediatica.
I telegiornali sono pieni di notizie dei famigerati femminicidi. Già solo questa parola, coniata nel 1992 da Diana Russell, è stata entusiasticamente usata dai giornali che sono sempre a caccia di neologismi che possano arricchire e caratterizzare il loro racconti. Una parola che ha il compito di indurre sdegno e ripudio.